Le seguenti informazioni sono state tratte dall’articolo “OGGI E’ PIU’ FACILE RECUPERARE LA VISTA “di Marco Tedeschi, pubblicato nel Dicembre 2013 sulla rivista Sanissimi, in cui è stato intervistato il Dott. Tullio Perrucchini, referente presso il nostro centro per gli interventi di chirurgia refrattiva.
Trenta anni fa un europeo su dieci era affetto da miopia mentre oggi sono più di tre su dieci. Un aiuto da questo punto di vista vieni dai progressi che stanno interessando la chirurgia refrattiva, quella branca dell’oculistica che si propone di azzerare o ridurre i difetti refrattivi. Anni fa, questa branca riguardava solo la miopia, oggi invece si riferisce a tutti i difetti compresa la presbiopia.
QUALI TECNICHE NE CONSENTONO L’UTILIZZO?
Si va dalla chirurgia con la sostituzione del cristallino naturale con una lente intraoculare per le miopie molto elevate sopra le 18 diottrie, all’impianto di lenti in aggiunta al cristallino naturale per difetti tra le 12 e le 18 diottrie. Per le miopie meno elevate, per le ipermetropia, per l’astigmatismo e per la presbiopia si usa la fotoablazione con laser ad eccimeri. La PRK è la tecnica più comunemente utilizzata in Italia e prevede la rimozione dello strato più superficiale della cornea per l’effettuazione del trattamento; la LASIK o Femto-LASIK necessita della creazione di uno “ sportello o flap” sull’apice corneale che viene sollevato per eseguire l’ablazione. Il trattamento vero e proprio (uguale nelle diverse tecniche) è fatto mediante la luce del laser che brucia i tessuti della parte media della cornea assottigliandola e rimodellandola per ridurre i difetti refrattivi.
SU QUALI TIPOLOGIE DI PAZIENTI E PER QUALI PATOLOGIE E’ INDICATA?
Maggiorenni e con difetti refrattivi stabili da almeno un anno, in assenza di patologie oculari particolari e di malattie autoimmuni gravi; le motivazioni che spingono un paziente verso il trattamento laser hanno una notevole importanza quasi quanto, da parte del medico, l’illustrazione di tutto l’iter e di quello che dovrebbe essere il risultato. Le aspettative non devono essere deluse: la promessa dei fatidici 10/10 ad una persona che non li vede nemmeno con le migliori lenti a contatto può produrre solo profonde delusioni. Le tecniche laser valgono per miopie tra -1 e -10 diottrie, ipermetropie da +1 a +5 diottrie e uguale range per gli astigmatismi. Per la presbiopia sono necessari almeno un piccolo difetto di base e un’età superiore ai 45 anni.
QUALI DIFFERENZE INTERMINI DI INVASIVITA’ E RECUPERO POST INTERVENTO?
I trattamenti Lasik in generale sono più lunghi e più invasivi, richiedono un ambiente semi-sterile e sono più fastidiosi per i pazienti. Permettono però un recupero visivo più rapido. Per la PRK nei due occhi l’esecuzione dura circa 10 minuti, si sente una pressione sull’occhio per circa 20 secondi prima del trattamento laser, ma prevede un probabile dolore oculare nelle 24-48 ore successive. Per cominciare a vedere si deve attendere la cessazione del dolore.
QUALE ITER DEVE SEGUIRE IL PAZIENTE?
Una visita oculistica approfondita ed una esauriente spiegazione di cosa si può fare e di cosa ci si deve aspettare. Il secondo passo consiste in una serie di esami per verificare la possibilità di effettuare il trattamento in sicurezza e la conferma dei dati refrattivi. Il terzo step è dato dal trattamento laser. Il primo controllo è a 3-5 giorni dalla fotoablazione, quindi 3 controlli a scadenza mensile per la verifica dei processi riparativi e la modulazione della terapia (a base di colliri), quindi un controllo a 6 mesi per la conferma dei risultati ottenuti.
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